SCUOLA E SOCIETA
Scuola come discarica di problemi sociali.
Per soluzioni di facciata. Quasi sempre politiche. E facile attribuire alle
istituzioni educative le gestioni di situazione problematiche complesse, anche
in assenza di competenze specifiche e di strumenti efficienti.
Si affaccia il problema della sicurezza
ambientale ed ecologica e si scarica sulla scuola: provvedano gli insegnanti
con opportune iniziative tradotte in interventi didattici, secondo progetti
puntuali allinterno della programmazione!
Si affaccia il problema del comportamento
dei cittadini nel traffico urbano? Viene
trasformato in problema educativo e si scarica nella scuola.
Gli insegnanti vengono esortati a provvedere alla redazione
dellorganigramma delle lezioni di educazione al comportamento stradale
allinterno della loro programmazione.
Spesso a tenerne le lezioni interverranno
come esperti i vigili, che si trasformeranno in insegnanti, mentre gli
insegnanti di classe assisteranno come vigilanti in presenza, cioè come
personale inutilizzato, ma responsabile della classe ad essi affidata.
Le famiglie
sono contente che i loro figli vadano in piscina? Bene, anche se la piscina è lontana e ci
vuole mezzora per raggiungerla con lo scuolabus, gli insegnanti sono chiamati
a progettare la lezione settimanale dentro le due ore di educazione fisica (ma
unora viene sottratta per il percorso in bus) da svolgere in attività di
nuoto, mediante lintervento di personale esperto (bagnini) mentre gli insegnanti
restano vigilanti in presenza e pur sempre responsabili della classe.
Per il problema della promozione del
processo di socializzazione degli alunni e di ampliamento delle loro sfere di
esperienze, si sono inventati le gite. Sicché potrebbe anche sembrare un
problema di educazione (o di promozione?) del turismo di massa. Veramente è
difficile sapere se questo problema sia stato inventato da qualche pedagogista
in vena di novità, oppure da imprenditori del turismo interessati a fornire
autobus e personale per la gestione delle gite.
Per queste iniziative, nel corso di svariati
decenni, ogni ministro della P. I. ha delimitato le gite ora entro il comune di
appartenenza, ora dentro la provincia di appartenenza, ora nella regione, ora
senza limiti geografici, ora ha limitato il tempo a una giornata, ora anche a
tre o più giornate o anche a una settimana.
Il bello è che questanno pare che abbiano
attribuito curiosamente agli insegnanti responsabilità per le quali non hanno
alcun titolo, ovvero alcuna conoscenza, o perizia, o esperienza.
Infatti sembra che siano attribuite loro
diverse responsabilità relativamente a diversi compiti, quali quello di
accertarsi della regolarità dei documenti di circolazione degli autobus,
dellefficienza delle gomme e dei freni, dellaccertamento e vigilanza dei
consumi alcolici dei conducenti e altre simili bazzecole[i]. Potrebbero
sembrare non più insegnanti, ma persone con il ruolo di agenti di polizia
stradale. Inimmaginabile e davvero sorprendente!
Mi limito solo a questi problemi, ma ne
potrei citare ben altri, come nel caso di condurre gli scolari al cinema o alle
mostre, ecc. Ma bastano questi casi per esaminarne le conseguenze sul piano
della regolarità dellinsegnamento in rapporto alle ore e ai giorni di lezione
obbligatori, ripartiti per materie.
Il calendario scolastico fa obbligo di
duecento giorni di lezione nellanno scolastico, mentre la programmazione deve
ripartire la quantità di ore settimanali per ciascuna disciplina. Le famiglie
gongolano per i figli che la scuola conduce al cinema, alla gita, al nuoto, ecc.,
e premono sulla scuola perché si attuino simili iniziative.
Per mia esperienza, non penso che siano molti
coloro che si chiedono quanti giorni e quante ore si perdano per le lezioni di
italiano, di matematica, di storia, ecc., proprio in rapporto ai giorni e al
tempo sancito dal calendario scolastico per un processo di apprendimento
adeguato al raggiungimento dei migliori risultati, non solo sotto il profilo
cognitivo ma soprattutto sotto quello educativo.
Ma il mondo va così, e anche la scuola!
Luigi Filippetta
Direttore didattico in pensione
[i] NdR. Mi sono permesso di sottolineare questo periodo
perché conoscendo, attraverso racconti di fatti avvenuti nelle gite scolastiche
(ho una figlia insegnante alle elementari ed una nipote insegna al liceo)
potrebbe sembrare sia giusto che gli insegnanti abbiano "l'autorizzazione
legale" d'intervento; dico potrebbe perché in effetti gli insegnanti sono
sempre stati coinvolti, loro malgrado, nella cattiva riuscita di una gita in
autobus. Però, col nuovo decreto, scaricano dalla responsabilità i veri
responsabili quali autisti ed imprese di trasporto, come si evince dal tuo
scritto!
(D'altronde, caro Giggi, devono pur ripagarsi i
nostri governanti i soldi che hanno fatto
finta di spendere per farsi eleggere e propinarci queste meravigliose
leggi!)